Favorire le azioni di mobilità sostenibile ed il dialogo con il settore pubblico

Al centro del decimo incontro di formazione dedicato alle Amministrazioni entrate a far parte di Multiply il tema della mobilità sostenibile. Un percorso che si concluderà a marzo con gli ultimi due incontri di progetto in cui verranno definiti tutti i parametri per arrivare alla stesura degli Energy Plan: ovvero il documento che permetterà alle amministrazioni partecipanti di definire e monitorare l’andamento dei consumi e risparmi energetici e finanziari dei progetti da loro realizzati. Il tutto con l’obiettivo ultimo di creare un piano urbano integrato più sostenibile adatto ad ogni Comune.

L’incontro ha seguito la tecnica dello scambio “peer to peer”, un metodo decisamente informale sulla quale si fonda tutto il progetto Multiply e che consente uno “scambio di informazioni alla pari” tra partecipanti. Infatti, durante il workshop, coordinato da Alessio Di Addezio, dell’Ufficio Economia Civile di Legambiente, i partecipanti non solo hanno raccontato le loro esperienze nell’ambito della mobilità sostenibile ma hanno potuto approfondire criticità legate alle caratteristiche dei diversi territori.

 

Ed è stato proprio grazie alla presenza di tre esperti, Anna Donati, responsabile mobilità sostenibile Kyoto Club, Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente  e Andrea Ragona, Assessore alla mobilità di Padova, che le Amministrazioni hanno ricevuto spunti e suggerimenti per affrontare le criticità territoriali, con uno sguardo lungimirante verso non solo gli obiettivi di decarbonizzazione, ma anche sociali, per aiutare cittadini, ma anche turisti e studenti a muoversi con più agilità e a basse emissioni dentro fuori il perimetro urbano.

Il pool di esperti, infatti, ha permesso di evidenziare gli aspetti positivi ma anche critici dei progetti e delle sfide che le amministrazioni, ad oggi, hanno messo in campo per ovviare al problema dell’inquinamento da trasporto urbano, disincentivando, quindi, l’utilizzo di mezzi privati con servizi di sharing, ma anche creando piste ciclabili e incrementando il servizio di trasporto pubblico durante i periodi di alta stagionalità.

Dalla discussione intavolata scaturisce, però, che i Comuni non possono avere tra loro un approccio omologo in materia. Difatti, ogni territorio si trova a dovere affrontare sfide e complessità diverse e non solo perché ogni area si sviluppa in un paesaggio naturale con caratteristiche proprie (ed a cui adattarsi), ma anche perché deve tenere conto delle risorse ed esigenze commerciali, lavorative, turistiche, scolastiche che governano l’organizzazione ed il movimento di ogni città, nella stessa area e verso altre località. È anche chiaro che, nascendo nuove realtà e nuovi modi di muoversi, le amministrazioni non possono prescindere dal fatto che sono necessari degli ulteriori adattamenti in tema sicurezza stradale, integrando ai nuovi percorsi che affiancano la vecchia viabilità nuove leggi ad hoc per la mobilità leggera, o anche stimolando l’utilizzo di trasporti pubblici creando, in termini di accessibilità e disponibilità, servizi adeguati al trasporto pubblico.

Non solo, un Comune deve anche scontrarsi e rapportarsi con un discorso ancora più complesso, forse anche più astratto e non determinabile con numeri e tabelle, ovvero il cambiamento culturale, quella necessità di spingerci verso un nuovo modo di vivere le città e le proprie strade, un nuovo modo di muoversi più consapevole, lontano dalle vecchie abitudini.

Sta proprio alla pubblica amministrazione iniziare a cogliere ed a prendere atto del fatto che stanno nascendo nuovi cittadini e che si stanno consolidando nuove esigenze, motivi per i quali si devono orientare azioni più concrete per una mobilità sostenibile attivando buona governance, buona promozione e buona gestione dello spazio pubblico.

Il trasporto del futuro, che sia esso urbano, scolastico o turistico, deve quindi essere un elemento sempre più connesso e vicino alle nuove leve di cambiamento che si aprono nelle abitudini private del singolo, vedendo nelle potenzialità di sviluppo della mobilità sostenibile anche la creazione di nuove figure lavorative e di nuovi lavori per fornire la città di nuovi servizi essenziali.

 

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